Tertium Auris - Italian Group

The aim of this group is that we want our share opinions about overtone singing and "new music" situation in Italy - just in italian language.

Idee per promuovere la cosiddetta "overtone music" in Italia.

Ho letto l'introduzione ed alcuni commenti...
certo, l'argomento è davvero vasto ed offre innumerevoli spunti.

Innanzitutto la situazione "disastrosa" in Italia non è solo nei riguardi della musica ma dell'arte in generale... quindi, ogni settore si sente spesso penalizzato ed incompreso.

In realtà, credo, abbiamo a disposizione così tante arti, generi, filosofie, approcci diversi, luoghi e culture che è umanamente impossibile poter conoscere, vedere, ascoltare ogni cosa...
Venderei l'anima al diavolo per vivere sufficienti vite da poter toccare con mano il 10% di ciò che abbiamo a disposizione.

Sicuramente i mass media e la globalizzazione hanno modificato il nostro modo di conoscere. Sappiamo pochissimo di molte più cose, spesso sono trattate in modo banale e/o superficiale... tuttavia, sta al singolo individuo appassionarsi per conto proprio alla musica.

io stesso, prima di conoscere il didgeridoo, non ero un attento ascoltatore di musica.
un evento me lo ha fatto conoscere e da quel momento ho iniziato ad essere più protagonista delle mie scelte musicali.

ha senso discutere di ciò che va male... o è meglio discutere di come fare a migliorare?

ad esempio, senza andare troppo lontano, non si potrebbe sfruttare questo spazio, od un nuovo forum dedicato esclusivamente per promuovere ed informare tante persone in giro per l'italia che vorrebbero approfondire i temi dell'"overtone music"?

per ciò che conosco meglio, il didgeridoo, ho creato una comunity con più di 330 iscitti: http://yidaki.forumup.it
ed una enciclopedia del didgeridoo gratuita (nata dalle ceneri di una piccola rivista di settore): http://www.yidakipedia.com

potrebbe essere un inizio.

ho imparato col tempo, ma non è una novità, che è necessario "istruire" in modo da passare delle chiavi di lettura al pubblico che possano aiutare nella comprensione di un linguaggio.
se è un tema che ci sta a cuore, non dovrebbe essere difficile sforzarci un pochino, no?


idee?
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    Andrea Ferroni

    beh, ho preferito parlare di piccoli ambiti dato che sono più controllabili e meglio noti a chi li studia.
    Per questo motivo si conoscono meglio i punti di forza e debolezza...


    le realtà locali invece, non hanno più senso di essere chiamate locali da quando esiste la rete.

    non ho la possibilità di organizzare grandi eventi, ma, per ciò che è stato nelle mie possibilità, ho visto partecipare fisicamente (nella mia associazione) persone provenienti da tutta italia e molti dall'Europa.

    in opassato ho fatto un giro sul tuo blog...
    secondo me, senza troppo dispendio di energie, potresti tirare su un forum senza spese.

    se tutti i generi "di nicchia" (preferirei dire non di massa) lo facessero, si potrebbe crescere maggiormente.

    io già lo immagino, discussioni che vanno dal canto armonico al beat boxing, dal canto inuit al bel canto.

    sicuramente la gente è anestetizzata... ma secondo me, è importante che gli "artisti" si mettano a lavorare nel senso su descritto.

    PS: qualche tempo fa, volendo iniziare lo studio dela jazz e della classica, un amico mi consigliò un libro "Come ascoltare la musica di Aaron Copland" di cui rporto la nota di copertina:

    UN CLASSICO DELLA DIVULGAZIONE MUSICALE

    «Copland cerca di rivolgersi direttamente a quella grande massa di persone appassionate dell’arte musicale ma prive di cognizioni tecniche. Ecco dunque un’immagine che potrebbe apparire paradossale: un celebre compositore "colto" che fornisce ai suoi lettori non solamente consigli di estetica e di storia musicale, ma anche nozioni assai più semplici, tra cui l’ABC del solfeggio in modo da poter imparare da soli a leggere la musica. (…) Qui il musicista americano sembra anticipare di quasi cinquant’anni la tendenza attuale di molti autori a cercare un rapporto diretto con chi li ascolta, e non è difficile trovare oggi compositori che diffondono le loro idee con gli stessi mezzi utilizzati da Copland (cui si è ormai aggiunto anche Internet).
    Come ascoltare la musica è dunque un manuale di grande praticità per avvicinarsi a un mondo (quello della composizione musicale) che troppo spesso appare oscuro e impenetrabile, destinato solo agli addetti ai lavori. La chiarezza della scrittura di Copland, invece, lo rende molto accessibile e introduce a un godimento pieno dell’esperienza musicale».
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    Marco Tonini

    Ti do ragione,
    l'unico dubbio è sul forum, con il quale in genere non ho un buon feeling, date anche alcune esperienze passate negative, ma qualcosa di analogo dovrebbe partire tra non molto.
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    Andrea Ferroni

    capisco, ci va pazienza e diplomazia... ma funziona.