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Una delle cause della situazione musicale disastrosa nel nostro paese credo sia l'educazione che viene impartita già dalla scuola dell'obbligo.
Lasciamo perdere la programmazione ministeriale lacunosa, forse molto dipende dagli insegnanti stessi. In ogni caso la discrepanza che più mi colpisce è sentire per un'ora dei ragazzetti suonare il flauto e al suono della campanella indossare le cuffiette dell'ipod, per ascoltarsi cosa?
Perchè costringere i ragazzi a suonare controvoglia uno strumento nobilissimo ma che diventa idiota se calato in quella realtà, e non affrontare argomenti musicali a loro tanto cari?
Se lo chiede uno come me che da 12 anni è stato, controvoglia, docente precario di ed. musicale (tempo fa, ora di sostegno per disabili) presso le scuole medie.
Controvoglia non tanto per il precario ormai a vita, ma perchè mi vergognavo di dover insegnare in un certo modo, per gli scontri con i dirigenti scolastici, perchè mi dava la nausea.
Le mie lezioni si basavano sull'uso della voce, sulla consapevolezza, sulla storia della musica, sulla forma canzone, cercavo insomma di rendere i ragazzi partecipi sezionando il loro mondo musicale, non il mio. Si analizzava il modo di cantare di tutti quei cantanti che all'epoca essi idolatravano.
Vi piace Vasco? Bene, vediamo di capire perchè! E si cominciava con ascolti in classe, analisi del modo di cantare, la struttura della canzoni, il significato dei testi, la vocalità. A me non interessava che arrivassero a capire che la musica è ben altra cosa, ma che acquisissero la capacità di capire, comprendere e quindi discernere e discriminare. Renderli consapevoli delle loro scelte musicali.
Vi piace l'hip-hop? Bene, vi spiego di cosa si tratta, da dove nasce e come si struttura, poi cominciate a gruppi a scrivere dei testi sulle vostre problematiche quotidiane, poi inseriamo la ritmica, poi ci esibiamo. Un successone. Da lì uscirono delle cose che mi impressionarono, rap usando la voce in stile beat-box, percussioni improvvisate con penne e lattine, banchi, tutto ciò che poteva essere percosso, altro che gli Articolo 31 o il giovane Jovanotti, ma doveva essere ovvio. Quando una persona, ragazzo o adulto che sia, è consapevole che può governare i meccanismi di ciò che sta facendo e quindi lo fa con piacere, crea.
Poi vennero i dirigenti incazzati perchè i genitori si lamentavano che i propri figli non suonassero il flauto.

Un libro come quello di Roberto Laneri dovrebbe essere adottato nelle scuole dell'obbligo, con le dovute semplificazioni, e nei conservatori.
Non come integrazione, COME LIBRO DI TESTO!!

E' giustissimo affrontare un excursus storico musicale, indispensabile, ma perchè fermarsi a Mozart o Beethoven per passare subito a Baglioni? Perchè non affrontare il pensiero di Stockhausen, Varèse, Ligety, Part e tutto il resto, e anche il serialismo e la sua disfatta? Il minimalismo? Riley, Reich, LaMonte Young? Insomma, ci siamo capiti.
Tempo fa si discuteva con un collega direttore d'orchestra sulla qualità dei repertori proposti nei concerti della nostra città.
Perchè una persona dovrebbe andare a sorbirsi un'ennesima esecuzione della 5° di Beethoven o di un quintetto di Mozart? Magari anche pagando un biglietto?
Ormai quasi tutti possediamo un lettore cd ed esistono in catalogo centinaia di versioni della 5° di Beethoven, ormai anche a prezzi accessibili, con ampia scelta di esecutori e luoghi di esecuzione. E te la ascolti quando vuoi con chi vuoi.
Potrebbe essere un problema di SIAE e diritti d'autore proporre musica più attuale, vero, ma trovo indispensabile trovare una soluzione anche a questo.

Quanti concorsi per nuove opere liriche vengono istituiti?
Avete mai dato un'occhiata ai bandi di composizione?
Quasi tutti richiedono composizioni per organico orchestrale "classico", o partizioni di esso, canto e piano, flauto e chitarra, ottoni.
Qualcosa per violino e theremin?
Tampura e didjeridoo?
Canto armonico e fisa?

Recentemente alcuni conservatori italiani sono diventati Istituzioni di Alta Cultura.
Quale alta cultura? E quando trovi insegnanti che possiedono un'istruzione musicale o un'apertura mentale inferiori alla tua che fai?

Vorrei capire, sono solo mie visioni paranoiche, o rispecchiano una situazione reale?

Qui c'è da vergognarsi.

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Risposte a questa discussione

sono d'accordo con te, marco. manca l'istruzione di base, non nel senso musicale didattico, ma la sensibilità all'ascolto, al riconoscimento delle emozioni legate alla musica. in italia tutto è fermo tutto tace. bisogna cominciare a lavorare sui giovani e ri-educarli ad un ascolto attento, attivo ed intelligente, che li porti a scegliere con coscienza cosa ascoltare/suonare. ma per ora la situazione ristsagna. mahhh
Non arrivo ai vostri livelli di competenza, ma da umile cantante/insegnante/dilettante ritrovo parecchie delle tue indicazioni nella vita musicale che vivo ogni giorno.
Pensa anche solo a quanti giovani si avvicinino alla musica creando una band: il discorso non è secondario, anzi è a mio avviso il principale motore della musica giovanile in Italia! Almeno nella mia zona (alta valle seriana) esisteranno almeno una quarantina di gruppi di vario genere, più o meno bravi, più o meno tecnici. Per lo meno questi sono quelli che conosco... immagino quelli che nascono, muoiono, rinascono a velocità impressionanti... c'è un interesse per la musica-veicolo di comunicazione spaventoso!
Uno dei problemi che ho riscontrato nei professori è che spesso non sanno rapportarsi alla realtà musicale quotidiana dei giovani. Sanno la storia a menadito, ma nemmeno un accenno di cosa potrebbe fare l'armonia classica ai loro pezzi se applicata come si deve al basso. Questo anche solo come esempio...

Comunque hai ragione sul flauto, strumento nobile: ricordo che ai miei tempi si fece una rappresentazione di un teatro musicale moderno per soli flauti intitolata: "la luna". C'erano i migliori a suonare in stile orchestra (flauti piccoli, normali, baritoni tutti c'erano! ^^) e gli altri a recitare.
Ti giuro, ricordo ancora l'ouverture! ^__^ E' stato un grande professore quello, si.

Yours

MAURO
Non sottovalutarti, parlerei piuttosto di esperienze diverse.
Credo che molti noi quando adoloscenti abbiano vissuto l'esperienza della garage band, ma per emulare quali idoli? Personalmente gli ELP, Genesis, Steps Ahead, Level 42, Brand X e compagnia. Se poi supportati da doti tecniche individuali e dalla capacità di saperle sfruttare collettivamente, composizioni proprie, ma probabilmente seguendo lo stile.
Difficilmente un quindicenne si sarebbe messo a comporre musica elettronica, e forse anche per mancanza di mezzi hardware.
Quoto in toto, ma c'è da dire che a volte si scoprono delle belle sorprese fra queste band: gente che utilizza l'elettronica (oggi giorno è più facile), ripresa di band insolite (non i triti Metallica per dire)... ma tutti sono accomunati da una sorta di "orrore" nei confronti di uno studio che non sia solo quello tecnico legato allo strumento suonato.
Conosco ragazzi che si sparano 4 ore di chitarra elettrica al giorno e manco un minutino di solfeggio o di analisi delle svariate partiture (anche metal) reperite su web.
E poi scrivono musica e lo fanno sfruttando quelle logiche grammaticali-musicali che riscontrano nei pezzi da loro prediletti, ma senza veramente comprendere i motivi di certe scelte: siano esse produttive, d'arrangiamento, di composizione.
E' un grande allenamento per l'orecchio (e anche per l'improvvisazione su quel determinato stile), ma che limitazione!
E te lo dice uno che questa limitazione l'ha vissuta sulla propria pelle un bel pò di anni e ancora se la sente addosso, nonostante tutto.
E dire che hai miei tempi ero felice proprietario della D-50! ;)

yours

MAURO

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